#136: un orizzonte che non arriva mai
136 sono gli anni previsti dagli analisti per colmare il famoso divario di genere e raggiungere la parità tra uomini e donne. E ancora nel 2022 il 5^ Obiettivo dell’Agenda 2030 non è stato minimamente raggiunto. Ma perché le donne devono essere discriminate con stipendi più bassi, ostacolate nella carriera a causa di scarse agevolazioni per i molteplici impegni extra lavorativi, considerate nella società e nel lavoro un gradino più giù? Perché per i ruoli apicali si preferisce sempre un uomo nelle organizzazioni?
Sarà che molti ancora non si sono nemmeno adeguati con le quote rose, negli spazi grigi lasciati scoperti dal legislatore. Ma il fenomeno sembrerebbe avere origini ben più radicate che quelle legate alla cultura patriarcale che da secoli domina il bel paese. Infatti questa tesi non regge più nel 21* secolo, in cui in Africa ad esempio, le donne sono ancora oggetto di pratiche di mutilazione, di vessazioni sociali, di violenze, pur essendo quella africana una società prettamente matriarcale.
E allora cosa può fare la differenza? L’armonia della diversità e il rispetto della civiltà e della sua continua evoluzione ripagano. Ed il caso nord Europa – in cui le donne al comando sono, guardiamo alla politica, molte e sanno bene cosa fare- ne è la dimostrazione. L’Italia – e questa è la buona notizia – cresce di 13 punti nella classifica dei paesi paritari. Ma resta al 146 posto per quanto riguarda il lavoro.
Nelle imprese italiane le donne al comando solo solo il 3% contro il 4% del 2019, e se non fosse per la timida presenza nei CdA probabilmente il divario sarebbe ancora più esasperato. Bene lo sanno le donne manager, che sacrificano la vita privata per raggiungere obiettivi di carriera che faticano ad arrivare. Il 2158 è il limite assurdo che permetterà alle donne di godere degli stessi vantaggi e diritti degli uomini? Forse è arrivato il momento delle transizioni, e il passaggio a una società più equa e paritaria arriverà molto prima. Forse.