Influencer: finita l’era della pubblicità libera
L’influercer si delinea come figura nel marketing digitale ma esplode come fenomeno nell’era di Instagram, rendendo vere e proprie star modelle o starlettes e portandole alla ribalta. Da Kylie Jenner direttamente dalla premiata ditta Kardashian a Chiara Ferragni, sono una vera macchina da guerra in fatto di trovate e non fanno che far parlare di se’.
In UK il business più redditizio del marketing digitale viene regolamentato e per fare pubblicità da oggi occorrerà specificarlo chiaramente. Altro pilastro importante della norma, il Brand è considerato corresponsabile della mancata comunicazione all’utente. L’influencer nel Regno Unito è tenuto a esplicitare, dunque, la finalità pubblicitaria del post, in qualsiasi forma essa venga declinata.
L’esempio di Ferragni dilaga e le sue emule sono destinate a proliferare, insieme con tutti i più piccoli e più efficienti condizionatori di opinioni che della Ferragni seguono fedelmente le orme, che senza necessariamente guadagnare 30 milioni di euro fanno breccia nei cuori dei followers e sono sempre più graditi alle aziende. Anche per la maggiore disponibilità che possono dedicare con un bacino di utenza più limitato, che va dai 10000 ai 500000 seguaci.
Le opinioni però sono controverse, e alla fiducia nelle capacità degli influencers si contrappone il loro costo elevato: ecco allora i sostenitori del influencer oleogrammato, modella digitale e virtuale che possa svolgere le stesse funzioni e regalare la stessa consumer experience al navigatore di Instagram, a costo zero per l’azienda.
Quale sarà la tendenza che si imporrà solo il tempo e il mercato potranno dirlo. Per ora lo spazio del web è illimitato e a disposizione.