Italia: ripartire dalla competitività per tornare a brillare
Recuperare la competitività è la sfida dei prossimi venti anni, stando agli studi degli analisti. Durante il 2018 la competitività è andata peggiorando fino a deteriorarsi: se nel 1999 eravamo i numero 30 al mondo nella graduatoria dell’Imd di Losanna, nel 2019 siamo scesi al 44esimo posto. Questo calo vertiginoso può essere recuperato agli stessi ritmi invertiti verso la crescita non prima del 2039.
La competitività di una nazione sul mercato è data dalla competitività delle sue imprese che compongono il sistema paese. Una azienda è competitiva se è capace di operare con successo sui mercati, e in particolare la partita si gioca su riduzione dei prezzi, maggiore produzione o prodotti di eccellenza. Ma nell’ultimo anno tra la produttività in contrazione, l’esportazione in riduzione e l’economia globale che ha rallentato sensibilmente, la già non brillante performance dell’impresa Italia ha subito un drastico stop.
Tra questi fattori determinanti, sicuramente le imprese italiane pagano una diminuzione sensibile della produttività, la cui scarsa rendita contribuisce alla crescita zero della penisola. Su di essa incidono i salari, sicuramente, ma la soluzione non può essere la loro riduzione, pena il calo del potere di acquisto dei lavoratori, che si tradurrebbe in una contrazione della domanda interna, poco auspicabile. Si può intervenire invece come dice Confindustria, riducendo la forbice tra il costo del lavoro e i salari percepiti.
Non si può contare nemmeno sulla spesa pubblica, che, a causa delle politiche di sostegno alla domanda in deficit degli anni passati, vieta tassativamente ulteriori indebitamenti dello Stato.
In generale, considerato il nesso di causa e effetto tra produttività e export, e partendo dall’assunto che le aziende più presenti nei mercati esteri sono le più produttive e hanno risentito meno della crisi, occorre elaborare una nuova filosofia di business che sostenga l’industria 4.0 e accompagni le imprese durante il cambiamento, che inevitabilmente le investirà.
Per fare ciò è indispensabile un progetto di ampio respiro per il recupero della competitività, che il governo prossimo venturo deve mettere a punto per evitare il peggio.