La moda e il lusso pagano il conto al Coronavirus. Ma l’abbigliamento promette una forte ripresa
La moda di alto rango e i beni di lusso subiranno una grave decurtazione del volume di affari nella fase più acuta del Covid19. Secondo l’opinione più diffusa tra gli amministratori delegati e i direttori finanziari la perdita nei fatturati si aggirerà intorno al 30%, per un valore complessivo di 100 miliardi. Fino alle due settimane precedenti l’epidemia le previsioni erano comunque negative, ma non così drastiche, indicando una possibile perdita del 10 %, pari a 30 miliardi.
Quando il settore si risolleverà? Secondo gli stessi Capi d’azienda la fine del lockdown doveva essere prevista per gli ultimi mesi del 2020. Molti degli stessi uomini ai vertici delle imprese però stanno rivedendo le loro stime e cominciano a parlare del 2021 come orizzonte per recuperare e risalire la china.
Di fronte alle aziende del lusso due i principali ostacoli. Il primo riguarda la riduzione della liquidità che si stima sarà circa di 77 miliardi. Il secondo, non meno grave, riguarda l’invenduto. Se negli anni passati molti marchi hanno bruciato i capi in eccesso, le polemiche seguite non indicano in questa la soluzione ideale del problema. Del resto una distribuzione su canali di più basso posizionamento potrebbe incidere negativamente sull’immagine del Brand. Per questi motivi in molti ripongono fiducia nel potenziamento dell’ e-commerce, che, supportato da azioni tempestive e mirate, potrebbe rappresentare la composizione della diatriba.
Grazie allo shopping online infatti l’abbigliamento è indicato come uno di quei settori che più rapidamente compenseranno lo choc economico dovuto all’emergenza. I consumatori, secondo gli analisti, si orienteranno infatti su beni di costo contenuto come appunto la moda e l’intrattenimento, dilazionando le grandi spese come quelle per auto e casa. Ma il ritorno alla soglia pre-crisi avverrà senza dubbio rilanciando la nostra economia. Subito dopo una recessione che si prevede intensa ma di breve durata.
