Nuovo Governo: quale scenario nel mondo del lavoro?
Il Governo di Centrodestra si sta insediando in Italia mentre lo scenario nazionale e internazionale fa i primi conti con la guerra e la ripresa economica alle porte sta rallentando a causa di fattori esogeni, con la situazione in Ucraina e il caro energia che ne consegue, ma anche l’inflazione ai massimi storici (sempre connessa allo stato bellico). Il balzo economico tanto atteso nel post covid non è più certo e vacilla il quadro nazionale già sottoposto al duro contraccolpo delle sanzioni.

Il nuovo Governo non avrà mano libera e sarà condizionato da questi elementi di politica internazionale: non potrà mettere le mani ad una riforma fiscale e dovrà invece concentrarsi su una profonda riflessione sul mondo del lavoro. Innanzi tutto sono auspicabili politiche di sostegno energetico alle imprese, che così non saranno costrette a licenziare o chiudere i battenti.
Giorgia Meloni sembra voler proseguire – per lo meno nella fase iniziale della sua legislatura – sulle orme di Mario Draghi. Le ragioni sono molteplici, dall’influenza dell’Unione europea che ha votato per l’applicazione del salario minimo, alla pace sociale, che qualora venissero meno i sussidi (primo fra tutti il reddito di cittadinanza) sarebbe sosttoposta a dura prova.
Ma se la traccia dell’azione di Governo è scritta, sicuramente non potrà prescindere da alcuni nodi chiave, come la riqualificazione e la successiva ricollocazione professionale grazie all’approccio life learning, che garantisce la formazione ad hoc dei lavoratori. Non basta.
Oltre alla ridefinizione della politica retributiva e alla riqualificazione continua, occorre pianificare una ristrutturazione totale del sistema attraverso il ripensamento dell’orario di lavoro, che deve essere ridotto come da copione europeo, garantendo un cospicuo risparmio energetico.
Insieme a questi fattori incidono anche la valorizzazione dei risultati per mezzo di una politica di incentivi e la modulazione della prestazione lavorativa carata su un modello ibrido, in cui lo smart working non venga dismesso e la lezione dell’emergenza dovuta alla pandemia non venga dimenticata.
Sono questi i grandi temi sul tavolo e rappresentano un banco di prova imprescindibile per il Governo nascituro. I fondi ci sono: Bruxelles ha appena elargito la seconda tranche del finanziamento del PNRR. Misurarsi sui punti sostanziali della riforma del lavoro e trovare soluzioni che siano in sintonia con le esigenze dei lavoratori e le aspettative dell’Unione europea saranno i primi compiti del Governo Meloni.