Retribuzioni: crescita piatta con qualche (significativa) eccezione
Retribuzioni: crescita piatta. Il settore retributivo si preannuncia in sensibile riduzione. Infatti nelle aziende particolarmente sane la crescita è stabile, da arrotondare verso il basso: un aumento dell’1% lo scorso anno anno, e per l’anno venturo un aumento del 1,5% contro l’1,6% atteso nel 2018; nel 2016 l’incremento era stato del 2,7%. Il campione di 508 aziende con una media di 493 addetti e di 220 milioni di fatturato è selezionato nella ricerca dell’Osservatorio sulle politiche retributive di Wtw, Will Towers Watson.
Potere di acquisto: sempre più ridotto. Il portafoglio dei lavoratori italiani perde peso e consistenza a causa di salari che non reggono il ritmo dell’inflazione: se nel 2017 la discrasia era più contenuta grazie a un’inflazione allo 0,9%, quando l’anno prossimo salirà al 1%, il potere di acquisto degli italiani sarà ancora più debole.
Una ricerca del Wtw. Secondo gli esperti del Wtw la congiuntura negativa c’è ancora e si fa sentire, soprattutto in alcuni settori e colpisce indistintamente aziende di prodotti per la casa, elettrodomestici, auto di lusso e produce 70 crisi in corso secondo il Ministero dello Sviluppo Economico, con più di 85000 lavoratori coinvolti.
Altri fattori incidono però su questa media. L’entrata in regime degli aumenti da rinnovo dei contratti, gli scatti di anzianità, le forti retribuzioni legate al digitale, che si assestano su valori relativi a aumenti pari al 15-20% . Mentre alcuni stipendi salgono per forza di inerzia, in alcuni comparti dell’economia la riduzione è dovuta al turnover per cui i giovani subentrano ai pensionandi.
Settori che fanno eccezione. In generale l’oil&gas, le banche e il manifatturiero sono al riparo per ora da queste contrazioni: con valori per l’anno in corso e il prossimo che vanno da 1,4 a 1,7 %, con il retail in vetta alla classifica con l’1,9%.
Le previsioni non sono rosee. In generale la tendenza vede bonus inferiori agli obiettivi e un ambiente aziendale prevalentemente maschile, in cui le donne in ruoli apicali sono solo il 15%. Per non dire dei salari nettamente inferiori a parità di mansioni. Per l’anno prossimo solo una azienda su quattro ha previsto un aumento del 2% degli stipendi.