Smart Working: nuove frontiere del lavoro intelligente e della didattica online
Il lavoro da casa, secondo tempi e modalità idonee a favorire il massimo del rendimento con un confort aumentato, sta dilagando nell’era Covid. Se prima della pandemia infatti il ricorso alle sue potenzialità era limitato e ridotto, oggi con il diffondersi del virus sembra essere la scelta migliore per molti lavoratori italiani.
Secondo una ricerca del colosso Randast infatti, sono un terzo, circa 6,4 milioni, gli italiani che potrebbero svolgere il loro lavoro completamente fuori dall’ufficio, mantenendo alto il controllo delle proprie responsabilità e nel pieno esercizio delle mansioni a cui sono adibiti. Per questi lavoratori lo Smart Working è una conferma e un nuovo orizzonte possibile, da tracciare nel post- Civid e da tenere in considerazione quando si parla di lavoro del futuro.
A questi digital workers in modalità Smart vanno ad aggiungersi 1,6 milioni di lavoratori ibridi, che possono ricorrere alla formula Smart per più della metà dei compiti da svolgere. Queste figure si potrebbero integrare nel lavoro flessibile in una logica di alternanza virtuosa anche dopo l’emergenza coronavirus ma questo sembra oramai ai più un dato di fatto.
Didattica a distanza: quando senza la presenza tutto diventa più difficile, la tecnologia viene in aiuto di migliaia di studenti, che grazie ai dispositivi tecnologici hanno potuto continuare a seguire le lezioni, con tanta voglia di tornare in classe.
Ma come è arrivato il paese all’appuntamento con la storia? Impreparato, dice la ricerca Randstat: è prevalso un approccio di scarsa preparazione sia nella gestione dei dispositivi sia nella conoscenza delle tante potenzialità dei mezzi utilizzati. Un ritardo esteso ma non generalizzabile, se è vero che alcune realtà all’avanguardia sono riuscite a superare brillantemente la prova del lavoro intelligente. E della didattica a distanza